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La Basilica di San Zeno

Verona / San Zeno

La Basilica di San Zeno

Vera e propria icona del più bel romanico italiano, la basilica di San Zeno si erge nella perfetta armonia di forme e colori al centro della piazza omonima a Verona.

Già la facciata di tufo color crema e marmo rosa di Valpolicella, inalterata pur nella sua venerabile età, ci affascina a prima vista ed il nostro passo si dirige sicuro verso il protiro marmoreo sostenuto da leoni stilofori e decorato con sculture rappresentanti episodi del Nuovo e Vecchio Testamento e leggende medievali.

La documentazione storica ci informa dell’esistenza in questo luogo di una chiesa dedicata al Santo Vescovo Zeno fin dal IX secolo. Nell’anno 807 infatti, l’allora vescovo di Verona Ratoldo, con la collaborazione dell’Arcidiacono Pacifico e del re franco Pipino figlio di Carlo Magno, fece erigere una chiesa per custodire le spoglie di San Zeno. Resta controverso dove avessero riposato le sacre spoglie fino a quel momento, e le ipotesi sono molte. San Zeno, vescovo moro perché proveniente dalla Mauritania, fu pastore di Verona nel IV secolo e morì nel 380.

La chiesa attuale è la ricostruzione della precedente chiesa carolingia a sua volta restaurata nel X secolo dopo l’invasione degli Ungari e pesantemente danneggiata dal terribile terremoto del 1117.

La facciata è datata 1138 e gli ornamenti ed i bassorilievi sono opera dell’architetto Nicolò e del suo aiuto Guglielmo. L’alzato è un’aggiunta realizzata alla fine del XII secolo.
Il rosone, detto Ruota della Fortuna è pure di quest’ultimo periodo e fu eseguito dal maestro Brioloto, la cui presenza è documentata a Verona fra il 1189-1190.

La chiesa è sempre stata affiancata dal monastero benedettino di cui ora resta solo la torre merlata e il bel chiostro, motivo per cui si parla di Chiesa Abbaziale o di Abbazia di San Zeno. Il monastero era una vera e propria città fortificata munita di solide torri.

Fin dal secolo X, gli imperatori Ottone I, Ottone II e Ottone III ne fecero la sede delle loro soste in Italia e anche il luogo di importanti assemblee con i vari principi feudatari, le cosiddette “diete”. A San Zeno sostò anche Federico II di Svevia, “stupor mundi” e il magnifico affresco di soggetto “laico” all’interno della torre abbaziale sembra parli proprio di lui.

Queste “soste imperiali” fecero la fortuna dell’Abbazia, perché gli imperatori ricompensavano il monastero per l’ospitalità con offerte di terreni, villaggi, castelli, per cui l’abbazia di San Zeno fu per moltissimo tempo una delle più ricche d’Italia. Questa sua ricchezza fece dell’abbazia di San Zeno quel meraviglioso gioiello artistico e architettonico fortunatamente sopravvissuto alle ingiurie del tempo e degli uomini.

Il suo interno è impreziosito da affreschi votivi che datano XII-XIII-XIV secolo. Uno splendido soffitto ligneo a carena di nave fu costruito alla fine del XIV secolo quando l’abside maggiore fu trasformata da romanica in gotica.

L’elenco delle cose preziose si allunga con il portale ricoperto di formelle bronzee di rara bellezza che risalgono al XII e XIII secolo e narrano in 24 riquadri il Vecchio e Nuovo Testamento e alcuni episodi della vita di San Zeno.

Sopra l’altare Maggiore, la magnifica Pala con la Sacra Conversazione dipinta da Andrea Mantegna, vero e proprio manifesto artistico del Rinascimento in Veneto.

Il chiostro fu ricostruito da Giuseppe della Scala che fu Abate di San Zeno a cavallo fra il XIII e XIV secolo. Decorato da infinite coppie di colonnine binate in marmo rosso di Verona è un trionfo di arte romanico-gotica.

Nella cripta sono conservate le spoglie del Santo Patrono di Verona, che si festeggia il 21 maggio.

Indirizzo

Piazza San Zeno, Verona, VR, Italia

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