“Ero un bullo”, in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo
Questo evento è terminato
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Data
7 Febbraio 2025
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Ore
21:00
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Teatro Stimate
Via Carlo Montanari, 1, 37122 Verona VR
Il 7 febbraio, in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, Fondazione Aida presenterà al Teatro Stimate, ore 21.00, Ero un Bullo, spettacolo tratto dalla storia vera di Daniel Zaccaro e dal best seller di Andrea Franzoso.
“Ero un bullo”, la vera storia di Daniel Zaccaro, libro bestseller scritto da Andrea Franzoso e pubblicato da DeAgostini, è anche uno spettacolo teatrale prodotto da Fondazione Aida che sarà presentato a Verona nell’ambito del progetto europeo Theatre is cool, e in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, il 7 febbraio al Teatro Stimate, ore 21.00.
Sono 1394 gli studenti e gli insegnanti che hanno aderito alle repliche per le scuole che si svolgeranno tra il 7 e il 12 febbraio.
Grande adesione anche da parte del gruppo di influencer del progetto Theatre is cool: parteciperanno alla serata la bolognese Dana, su tik tok “mcdanalds0“, inoltre ritorneranno a teatro Marco Tommasi di “IlTommasi“, le sorelle Alice e Aurora di “Ally&Aury Channel” e Martina Lodi, alias social “yourfriendlymartina“. Ragazzi che stanno portando un significativo contributo al progetto europeo capitanato da Associazione ATTI in collaborazione con Fondazione AIDA ets: attraverso azioni mirate di social si vuole avvicinare il teatro ai giovani, renderlo un luogo vivo, divertente e alla portata di tutti, offrendo spettacoli coinvolgenti e un’esperienza che continua online. Lo scopo è quello di creare un movimento attraverso l’Hashtag #theatreiscool.
Ero un bullo è una proposta che si rivolge a tutti, in particolare ai ragazzi della scuola di secondo grado, alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori e a tutti coloro che credono che non sia mai troppo tardi per ricominciare.
«Magari lì fuori c’è qualche ragazzo o qualche ragazza che può leggere la sua vita attraverso la mia storia e sentirsi meno solo – le parole di Daniel Zaccaro -. Nella vita non esiste un copione già scritto. Fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale».
«Nessuno avrebbe scommesso un centesimo su Daniel – spiega Franzoso, riportando le parole di don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria –. Eppure quello che sembrava un destino già scritto, prende una piega inaspettata dopo che Daniel incontra degli adulti credibili. Si parla di temi di stretta attualità: bullismo, devianza giovanile, baby gang, dispersione scolastica, ma è anche una chiamata all’azione per gli adulti: che esempio diamo ai nostri ragazzi, come possiamo intervenire, che fare e che cosa non fare?».
Daniel vive a Quarto Oggiaro, periferia di Milano. In famiglia il clima è teso, pochi soldi e continui litigi. Cresce nei cortili delle case popolari, ama il calcio e in campo è il più forte, tanto che a dieci anni gioca con la maglia dell’Inter. Le aspettative su di lui sono altissime, e non vuole deluderle. Ma quando, durante una partita, Daniel manca il goal decisivo, il sogno di diventare un calciatore famoso è infranto per sempre. Alle medie Daniel è un bullo temuto da tutti, carico di rabbia e aggressività. Sente che l’unico modo per guadagnarsi il rispetto è incutere paura e non temere niente, neanche di fare un colpo in banca. E infatti, lui le rapine arriva a farle per davvero, finché finisce al Beccaria, il carcere minorile. È considerato un ragazzo perduto, irrecuperabile. A segnare la svolta, l’incontro con don Claudio, il cappellano del carcere. Daniel viene affidato alla sua comunità, che accoglie i “ragazzi difficili”, e lentamente impara a guardare le cose da una nuova prospettiva. Di lui si prende cura anche una professoressa di lettere in pensione, Fiorella, che fa la volontaria in carcere. Daniel riprende gli studi che aveva interrotto, si diploma, poi decide di iscriversi all’università. Si laurea infine in Scienze dell’educazione all’Università Cattolica e a festeggiarlo c’è anche la pm che lo aveva fatto condannare. Oggi Daniel fa l’educatore alla comunità Kayrós di Milano.
«Una vicenda ricchissima – precisa la regista Lucia Messina – di personaggi funzionali e disfunzionali e di colori emozionali. Le canzoni rap, sua fonte di riconoscimento, fanno da colonna sonora a inciampi e risalite».
Spettacolo per ragazzi e ragazze a partire da 11 anni, prodotto da Fondazione Aida.
Regia: Lucia Messina
Con: Lorenzo Feltrin, Giulia Lacorte, Nicolò Bruno che si alterna con Enrico Ferrari
Tecnico audio-luci: Antonela Saccomanno
Scenografia: Federico Balestro
Trailer https://www.youtube.com/watch?v=f-ilgK9U8YM&t=29s
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