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Mostra di Fabio Sandri “Provengo da dove mi trovo”

provengo da dove mi trovo

Una nuova mostra di Fabio Sandri alla galleria Artericambi dal titolo “Provengo da dove mi trovo”, a cura di Luca Panaro. Per l’occasione l’artista propone l’installazione di opere recenti, quattro sculture-dispositivo pensate appositamente per il luogo e capaci di mettersi in relazione col pubblico partecipante.

L’opera che dà il titolo alla mostra, Provengo da dove mi trovo (2024), si presenta come una sorta di mappa urbana ispirata all’area che circonda la galleria, come a indicare la zona in cui ci si trova ma senza avere la pretesa di essere una riproduzione fedele del quartiere. Con questa installazione metallica, l’artista si mette in relazione identitaria con un luogo a cui non appartiene ma dove si riconosce nel qui e ora.

L’opera sembra un plastico delineato da ipotetiche strade, assomiglia a un paesaggio urbano visto dall’alto la cui struttura si comporta come un dispositivo capace di mostrare porzioni differenti di realtà, capaci di determinare il nostro punto di vista. Appoggiando la macchina fotografica a terra, l’artista ottiene alcune immagini prospettiche imposte in qualche modo dalla stessa forma metallica, che direziona lo sguardo facendo perdere al fruitore qualsiasi rapporto di scala. L’opera porta la nostra attenzione su una situazione aperta, in via di sviluppo come la periferia di una città, in cui ci si può trovare casualmente ma senza sentirsi estranei.

La mostra si compone di altre tre grandi opere-dispositivo che questa volta si mettono in relazione diretta con il pubblico. Le lamine metalliche modellate dall’artista sono come grandi disegni che si adattano alle pareti dello spazio espositivo, ma che rimangono aperti al dialogo con il fruitore al quale viene chiesto di interagire, spostando alcuni di questi elementi strutturali alla cui estremità è fissata una videocamera, a sua volta collegata a un proiettore che impressiona in tempo reale un foglio di carta fotosensibile.

Il pubblico è quindi chiamato a creare delle video-impronte in quest’opera intitolata Disegno (2023), altre volte l’artista chiede al visitatore di imbracciare una pertica in alluminio sulla quale è fissata una fotocamera, invitandolo all’utilizzo per creare immagini che vedranno la luce in future esposizioni, come avviene in Ricognizione (2023). Con l’opera Trave (2022), invece, il pubblico si può sdraiare a terra per confrontarsi con una pseudo trave formata da strati di listelli di parquet in rovere, anche in questo caso è presente una fotocamera all’estremità e una serie di fotografie-autoscatti effettuati dai visitatori di precedenti esposizioni.

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