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Marco dell’Antica Ukuleleria

Allegro

Il bello delle storie veronesi è che più scavi e più ne trovi e ogni volta che parli con uno di loro ti rimanda a qualcun’altro che ancora non hai conosciuto e devi assolutamente conoscere. Oggi parliamo di Marco che costruisce ukulele con la tecnica classica della liuteria europea. Musica per le nostre orecchie!

A quelli che dicono “di attività creative a Verona non c’è niente” rispondo con una sonora pernacchia.
In realtà c’è tutto un sottobosco intricatissimo e stimolante di creatività emergente.
Per niente ci siamo inventati le “storie veronesi” e la nuova gemma nella nostra corona di incontri si chiama Marco ed è le mani e l’anima di Antica Ukuleleria (facebook).

Elettrico è il principale modello elettrico dell’Antica Ukuleleria
Elettrico è il principale modello elettrico dell’Antica Ukuleleria

Il suo simbolo è una foglia stilizzata e il nome della sua attività una dichiarazione d’intenti.
Perché, signori miei, sappiate che contrariamente a quello che si crede l’ukulele non è la chitarrina da negozietto turistico. È uno strumento con una dignità e una tradizione. Sono stati infatti i portoghesi che l’hanno portato nelle isole Hawaii dove è diventato lo strumento principale.

Marco ha studiato alla Civica Scuola di Liuteria di Milano. Ma il percorso per arrivarci non è stato propriamente lineare. La passione per la manualità la eredita dal papà che nel garage-laboratorio gli mostra come lavorare il legno per costruirsi piccoli giocattoli e altre cose. Nel tempo Marco comincia a costruire dell’altro finché non lancia una sfida a sé stesso: costruire una chitarra elettrica. Complice un compito di matematica intrecciato con la musica comincia a capire che maneggiare il legno potrebbe essere di più di una semplice passione-distendi-nervi.
Il colpo di grazia arriva con un viaggio: “Con degli amici abbiamo fatto due settimane coast to coast da Rimini a Tirrenia e per l’occasione mi serviva uno strumento piccolo e maneggevole da portare in viaggio. Non sono riuscito a finirlo per tempo, ma lì ho avuto la chiara sensazione che mi sarebbe piaciuto essere un liutaio“.

Finita la scuola trova lavoro come informatico, ma non smette di imparare e andare, quando possibile, come bottegante da dei liutai veronesi. “Avrei voluto diventare apprendista, ma la burocrazia complicava solo le cose, sia per me che per loro. Nelle estati imparavo un po’ da uno, un po’ dall’altro e nei tempi liberi (di solito appena dopo il lavoro) mi rifugiavo in garage per muovere le mani e continuare a sperimentare“.

Libero è il principale modello acustico dell’Antica Ukuleleria.
Libero è il principale modello acustico dell’Antica Ukuleleria.

Finché il tempo passato in garage non basta più: è pronto per il salto della quaglia. “Quando stava per scadermi il contratto di lavoro mi sono deciso a iscrivermi alla Civica Scuola di Liuteria di Milano. Un periodo bellissimo, intenso, dove ci si scambiava idee e pareri e vedevi tante persone fare quello che gli piace. Il tuo vicino di banco poteva fare una cosa diversissima dalla tua, ma c’era interesse per quello che faceva l’altro. Continui stimoli, approfondimenti. Esaltante”.

E da lì agli ukulele?
L’incontro con gli ukulele è stato per caso. Frequentavo il primo anno di liuteria e dovevo andare a trovare la mia ragazza che in quel periodo viveva negli Stati Uniti come ragazza alla pari. A me piace fare regali che costruisco io e l’ukulele era lo strumento giusto per il bagaglio a mano. Anche se non sono mancate le avventure in aeroporto per portarglielo”. Il classico punto di non ritorno.

Mi sono sempre più appassionato agli ukulele. Molti lo credono il chitarrino hawaiano da duty free, in realtà è uno strumento maneggevole e versatileHa la particolarità di non avere le corde nella stessa posizione della chitarra, i due cantini stanno all’esterno, i due bassi all’interno. Può avere varie dimensioni senza che la sonorità ne risulti compromessa e inoltre è particolarmente indicato per la didattica nelle scuole. In Canada ha già sostituito il flauto dolce come strumento didattico e pian piano si sta espandendo”.

Il marchio di fabbrica di Marco è l’unione tra arte europea della liuteria e strumento “esotico”. “La tradizione – mi spiega Marco – prevede che gli ukulele vengano costruiti principalmente con un legno che cresce solo nelle isole Hawaii, io invece impiego i principi della liuteria classica europea per costruirli, così come i legni tipici degli strumenti: abete rosso della Val di Fiemme (di cui mi spiega tutte le particolarità sonore e strutturali) ed acero“.

Curiosità: in Italia c’è mercato per gli ukulele?
“I primi che ho costruito erano regali per gli amici, ma più ne costruivo più mi rendevo conto che tra me e lo strumento c’era feeling. In Italia esiste un nutrito numero di ukulelisti, ma è pur sempre un bacino ristretto. Per questo adesso sto allargando i miei orizzonti in luoghi in cui gli ukulele hanno un’altra dignità. Ho venduto ukulele in Inghilterra, Stati Uniti e Nord Europa. Quando posso vado anche alle fiere del settore per farmi conoscere. Quest’anno, per esempio, sarò in Scozia in occasione di una fiera di specialisti”.

Marco, comunque, è aperto a tutte le esigenze, idee e proposte dei committenti. E mi assicura di aver dovuto soddisfare esigenze alquanto bizzarre, ma estremamente stimolanti.
In questi giorni Marco si è trasferito nel FabLab di Grezzana, dove potrà lavorare con strumenti ultratecnologici, ma al servizio della nuova generazione di makers.

Se non avete mai pensato di regalare un ukulele, ora sapete come fare!

Ph. Credits: tutte le foto appartengono al sito Antica Ukuleleria.

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