“Dentro. Una storia vera, se volete” al Camploy

Giovedì 9 marzo alle ore 21 presso il Teatro Camploy va in scena “Dentro. Una storia vera, se volete”, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Giuliana Musso con Maria Ariis, prodotto da La Corte Ospitale in coproduzione Operaestate Festival Veneto. L’evento fa parte della Rassegna “Tu Donna” organizzata da Modus in collaborazione con l’Assessorato alla Parità di Genere e rientra nella manifestazione “8 MARZO 2023. La Rivoluzione è Donna”, promossa dagli Assessorati Parità di Genere e Pari Opportunità del Comune di Verona.

“Dentro” non è teatro d’indagine, è l’indagine stessa, non è un lavoro sulla violenza ma sull’occultamento della violenza. Un’esperienza difficile da ascoltare. Una madre che scopre la peggiore delle verità. Una figlia che odia la madre. Un padre innocente fino a prova contraria. E una platea di terapeuti, consulenti, educatori, medici, assistenti sociali, avvocati che non vogliono sapere la verità. Il segreto ha un contenuto preciso e un fine positivo: protegge qualcosa o qualcuno.

Il segreto silenzia una verità che potrebbe danneggiare degli innocenti. Anche la censura ha un contenuto preciso ma il suo fine è contrario a quello del segreto: danneggia gli innocenti, protegge vili interessi. Il tabù, invece, oggi è il puro terrore di sapere, quindi il suo contenuto rimane ambiguo e indeterminato. La violenza sessuale è un segreto che permane tutta una vita dentro alle case, dentro agli studi dei medici, degli psicoterapeuti o degli avvocati, in quelle dimensioni private in cui le vittime possono restare confinate senza venire riconosciute. I fini compassionevoli del segreto quasi sempre si fondono con quelli vergognosi della censura e con quelli inconsci del tabù.

L’esistenza stessa delle vittime, con la loro rabbia inavvicinabile o con il loro inconsolabile dolore,  turba fino alle radici e così, pur di non maneggiare l’odio dei padri, si deplora quello dei figli. Storia antica quanto il patriarcato: narrazioni che sono strategie di rimozione e occultamento, prime tra tutte la normalizzazione stessa dell’abuso e la colpevolizzazione della vittima. Persino le storie fondanti della civiltà occidentale sono tutte storie di traumi, eppure, mentre conosciamo tutto di Edipo, di Laio invece, il padre assassino, sappiamo ben poco. Da sempre, pur di salvare l’ordine dei padri, si costruiscono impalcature concettuali che fanno perdere consistenza alla realtà dei traumi e alla voce dell’esperienza. E se l’ esperienza di violenza non può essere riconosciuta allora ne viene minata alla radice la dimensione ontologica: noi stessi forse smettiamo di esistere. 

Il percorso “Tu Donna” nasce dalla collaborazione con l’Associazione VE.G.A (Associazione Giuriste Veronesi Associate), poggia sul contributo e patrocinio dell’Assessorato alle Parità di Genere e gode del patrocinio della Consulta delle associazioni femminili del Comune di Verona.

“Tutte le proposte – spiega Andrea Castelletti – si caratterizzano per l’essere incentrate su tematiche che riguardano l’universo femminile, che trattano anche tra le pieghe del sorriso tematiche importanti e offrono originali spunti di riflessione, alternando nomi di rilevanza nazionale con produzioni indipendenti.

Il prossimo appuntamento della rassegna sarà “Maria. La Callas”, il nuovo spettacolo di Modus Produzioni in scena dal 17 al 31 marzo, quale omaggio alla Divina nel centenario della sua nascita, qui presentata come donna innanzitutto.

Ingresso intero 12 Euro, ridotto 10 Euro riservato alle Associazioni della Consulta Femminile del Comune di Verone e agli enti convenzionati con Modus.

Prenotazione tramite il sistema sul sito modusverona.it. Informazioni 392/3294967, [email protected], www.modusverona.it