“La Locandiera” di Carlo Goldoni

Quest’anno la TRIXTRAGOS festeggia il trentennale della sua presenza costante nell’ambito del teatro amatoriale veronese riproponendo “La Locandiera” di Carlo Goldoni dal 6 all’11 Luglio al Chiostro della chiesa di Santa Maria in Organo.

Questa pièce del 1752 presenta in sé tutte le caratteristiche del teatro riformato da Carlo Goldoni. I personaggi principali sono chiari rappresentanti della società in trasformazione nella Venezia della seconda metà del XVIII secolo. Il marchese di Forlipopoli e Il conte d’Albafiorita rappresentano così la classe nobiliare in decadenza; lo stesso discorso vale per Il cavaliere di Ripafratta che ha comunque perso le sue caratteristiche di eroe per assumerne quelle più vicine a un avventuriero che non riesce a inserirsi nel nuovo mondo borghese in pieno sviluppo.

Quest’ultima classe è, invece, pienamente rappresentata da Mirandolina che, in qualità di donna-manager, si è sostituita alla figura della maschera-commerciante di Pantalone. Tra gli altri personaggi, le due comiche sono invece un retaggio di quel mondo teatrale “atto a sostenere un carattere”, destinato a scomparire con l’avvento del teatro naturalistico.

Ultima figura importante nella locanda è infine Fabrizio che da parte sua riveste, in un discreto ma ben definito gioco delle parti, il ruolo di comprimario borghese della stessa Mirandolina. Sposandola infatti, egli racconta l’ascesa caratteristica del mondo capitalista dalla posizione di servo a quella di padrone (leggi: imprenditore). Per quanto riguarda l’interpretazione dei personaggi invece, mai vengono assunti sulla scena toni completamente naturalistici, poiché essa rimane sospesa tra realtà e finzione su un sottile filo teso a sottolineare i motivi di astuzia e inganno attorno ai quali viene a svilupparsi la vicenda de “La Locandiera”.