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Monologo “Una questione privata” ispirato al romanzo di Beppe Fenoglio

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QUESTIONE privata

Martedì 25 aprile alle ore 21 in occasione della Festa della Liberazione il TEATRO MODUS presenta “Una Questione Privata”, monologo liberamente ispirato al romanzo di Beppe Fenoglio.

Il romanzo breve “Una questione privata”, di Beppe Fenoglio fu pubblicato incompiuto e postumo nel 1963 è uno spaccato di storia, ovvero la guerra partigiana negli anni del secondo conflitto bellico. Il racconto inizia con i due giovani partigiani Milton e Ivan che camminano su una strada sterrata. Milton ad un certo punto vede in lontananza la villa della sua amata Fulvia, e decide di muoversi in quella direzione, incurante di uscire allo scoperto. 
Il filo conduttore del racconto è il ricordo, la bellezza degli anni giovanili, l’alchimia dell’amore tra i giovani che si troveranno troppo in fretta catapultati in una realtà drammatica, la guerra, la quale non guarda in faccia i sentimenti ma li strappa via. Il giovane Milton è un ragazzo che insegue i suoi sogni, solitario come tanti ragazzi di oggi, amante della letteratura e della musica inglese, che si trova a dover vivere una vita non sua. 

Già presentato a: 
Cohen di via Scarsellini – Verona 
Teatro di Velo, nell’ambito delle FALIE 
Ca’ Ottolini – Bonavigo. 
Red Zone Bar Art – San Giorgio di Valpolicella 
Sala Polifunzionale 2 Circoscrizione 
Centro Macondo – Marano di Valpolicella

Voce Margherita Sciarretta 
Chitarra e sintetizzatore Alberto Brignoli

ingresso 10 euro

Beppe (Giuseppe) Fenoglio nasce nella capitale economica delle Langhe, ad Alba (Cuneo), il 1 marzo 1922 da Amilcare e Margherita Faccenda. Nonostante l’estrazione modesta della sua famiglia, i genitori gestiscono una macelleria nella zona delle vecchie case intorno al Duomo, arriva a frequentare il liceo. Qui incontra due insegnanti di gran valore: il professore di filosofia, Pietro Chiodi, e quello d’italiano, Leonardo Cocito – entrambi antifascisti e partigiani combattenti. Agli anni del tanto amato liceo risale la sua fortissima passione per la lingua e la letteratura inglese e americana: per James, Lawrence, Conrad, Yeats, Coleridge, Shakespeare. 
In seguito s’iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, ma per la chiamata alle armi interrompe gli studi universitari, senza mai più riuscire poi a conseguire la laurea. Nel 1943 frequenta un corso per allievi ufficiali; quindi viene trasferito a Roma, da dove, dopo l’armistizio dell’8 settembre, riesce a tornare ad Alba. 
Qui si arruola tra i partigiani, prima in un gruppo comunista, poi, nell’estate del ’44, in formazioni monarchiche, nei cosiddetti badogliani, e precisamente nel reparto di Enrico Martini Mauri e di Piero Balbo. Negli ultimi mesi di guerra è ufficiale di collegamento con la missione inglese di stanza nel Monferrato. Nel corso della lotta armata sulle colline i suoi genitori vengono arrestati per rappresaglia dai fascisti, ma poi rilasciati. 
Dopo la liberazione, ritorna – e per sempre -nella sua amata Alba. Gentleman-writer dal carattere duro e ostinato, ritroso e selvatico, ritrova e riconosce intero se stesso e il mondo. S’impiega pertanto come procuratore presso un’azienda vinicola, la ditta Marenco: lavoro che fino alla fine non vorrà mai abbandonare. «Se andassi da un’altra parte – confessa a sua madre – non troverei più il tempo per scrivere». Infatti, è proprio all’indomani della guerra che Fenoglio inizia a dedicarsi alla narrativa. Molti dei suoi manoscritti sono vergati sul retro delle carte commerciali della ditta. 
La sua vita si svolge così, tra gli affetti familiari e il lavoro d’ufficio, la passione per lo sport e la dedizione alla scrittura. 
Il suo esordio letterario, tuttavia, non è affatto facile. Nel 1949 l’editore Einaudi rifiuta la sua prima raccolta Racconti della guerra civile; e l’anno successivo Elio Vittorini, sempre per Einaudi, gli consiglia di sacrificare il romanzo La paga del sabato per ricavarne due racconti. Solamente nel 1952 Vittorini gli pubblica, nella collana di narrativa I gettoni, di Einaudi, la raccolta di racconti I ventitre giorni della città di Alba. Poi, nel 1954, sempre nella stessa collana, esce il romanzo breve, centrato sul mondo delle Langhe, La malora. 
L’anno successivo viene pubblicata, sulla rivista «Itinerari» con il titolo La ballata del vecchio marinaio, la traduzione di The Rime of the Ancient Mariner, di S.T. Coleridge, ristampata nel 1964 (e poi nel 1966) da Einaudi. Deluso dalla sfavorevole accoglienza della critica e dalle riserve espresse da Vittorini su La malora, rompe con Einaudi e nel 1959 pubblica presso Garzanti il romanzo Primavera di bellezza, per il quale nel ’60 gli viene assegnato il Premio Prato. 
Nel 1962, inoltre, vince il Premio Alpi Apuane per il racconto Ma il mio amore è Paco, apparso sul n.150 di «Paragone». E proprio in Versilia dove è andato a ritirare il premio, per la prima volta, in modo acuto e allarmante si fa sentire il male che presto lo condurrà alla morte. 
Nella notte tra il 17 e il 18 febbraio 1963 Fenoglio muore a Torino per un cancro ai polmoni. 
Nello stesso 1963 viene edita, insieme con Una questione privata , la raccolta di racconti Un giorno di fuoco , che ottiene il Premio Puccini-Senigallia. Lo stesso volume viene riedito nel 1965, ma con il titolo Una questione privata. 
Postumi appaiono, inoltre, Frammenti di romanzo su «Cratilo» (luglio 1963), Aloysius Butor su «45° Parallelo» (1964) e L’affare dell’anima su «Fenoglio inedito» (1968). Dai manoscritti, raccolti ad Alba in un apposito Fondo Fenoglio – che tanti problemi filologici e critici hanno sollevato – sono stati ricavati anche altri volumi: Il partigiano Johnny, vincitore del Premio Prato (1968), e La paga del sabato (1969). 
E ancora sono usciti Un Fenoglio alla prima guerra mondiale (1973), La voce nella tempesta(1974), riduzione teatrale del romanzo di Emily Brontë, Wuthering Heights (Cime tempestose) e Il vento nei salici (1982), traduzione di The Wind in the Willows, di Kenneth Grahame. 
Nel 1978 è stata pubblicata, infine, presso l’editore Einaudi l’edizione critica delle sue Opere, diretta da Maria Corti. 

Margherita Sciarretta si è formata presso la scuola CIM di Verona (Centro di Musica e Recitazione) con il maestro Franco Bignotto. Ha studiato privatamente con Isabella Caserta del Teatro Scientifico di Verona. Collabora attivamente con Il Circolo dei Lettori di Verona. Ha letto per Roberto Vecchioni, Pino Roveredo, Silvio Muccino, Enrico De Angelis e molti altri. Appassionata di lettura, letteratura, lettori e lettrici. Ha frequentato: workshop con Domenico Castaldo (Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore) sia a Torino che a Granara (PR) – “Leggere la poesia al microfono” con Mariangela Gualtieri – con Silvia Calderoni (presso Interzona VR) nella rassegna ARE WE HUMAN – Seminario Living Theatre con Katie Marchand presso il Teatro Scientifico di Verona, Giuliana Musso. Collabora con la Compagnia di Ilse, di Gloriana Ferlini. 

Alberto Brignoli, residente a Verona, ha viaggiato, lavorato e studiato all’estero in diversi periodi. Dopo un inizio sul pianoforte è passato alla chitarra. Amante dell’elettronica applicata al rock, ha sperimentato molto con molteplici effetti sullo strumento e generatori di suoni. Nei primi anni 2000 ha suonato in diversi gruppi emergenti locali. Negli anni 2007-2013 ha fatto parte della band alternative rock “Retrolover”, con la quale ha composto e pubblicato 3 dischi, e girato molti locali di Verona e città limitrofe, più alcuni importanti eventi in centro e sud Italia. Nella primavera del 2012 fonda “zugabe”, band rock strumentale eterogenea, che spazia liberamente tra varie forme di post-rock e noise, decorandole con suoni elettronici e particolari effetti voce. Libertà e sperimentazione caratterizzano l’impronta di zugabe, attiva e con 4 dischi pubblicati. Negli anni ha parallelamente musicato numerosi reading e narrazioni musicali con composizioni ambient inedite. Oltre alla chitarra utilizza live electronics quali effetti di modulazione, kaosspad, filtri drones, sinth.


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