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Oblivion: The Human Jukebox al Teatro Salieri
Questo evento è terminato
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Data
22 Marzo 2016
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Ore
Tutto il giorno
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Varie
OBLIVION: UNO SPETTACOLO TUTTO DA RIDERE
Martedì 22 marzo, alle 20.45 il quintetto comico degli Oblivion e al Teatro Salieri di Legnago con lo spettacolo “The Human Jekebox“.
con: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Clara Maselli, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
consulenza registica: Giorgio Gallione
musiche: Lorenzo Scuda
testi: Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
Dopo oltre dieci anni di vita artistica, milioni di visualizzazioni online per le loro irresistibili parodie (indimenticabile i loro promessi sposi in 10 minuti ), i successi tv a Parla con me e Zelig e tanti, tanti teatri esauriti in tutta Italia, il quintetto comico-musicale-teatrale diventa un articolato mangianastri umano che mastica tutta la musica mai scritta e la digerisce in diretta in modi mai sentiti prima. Perche gli Oblivion hanno in repertorio proprio tutto l intero pantheon dei grandi della musica italiana e internazionale, e sono pronti ad affrontare sfide sempre più difficili a colpi di parodie, mash-up, duetti impossibili, canzoni strampalate: dal Trio Lescano ai rapper, da Ligabue ai Beatles, da Morandi ai Queen, tutte le canzoni senza farne nessuna. Un flusso di note e ritmi infinito che prende vita sul palcoscenico, per una esperienza folle e mai ripetibile. E alla creativita degli irriverenti protagonisti, si aggiunge quella del pubblico, chiamato a contribuire a creare la scaletta dello spettacolo.
OBLIVION: PARODIA IN MUSICA
Gli Oblivion sono un quintetto di cantanti e attori, cabarettisti comici che inventano giochi tra musica e linguaggio. Raccontano storie epiche e semplici avvenimenti quotidiani. Come in ogni sussidiario che si rispetti, in questo nuovo spettacolo troviamo tutte le materie: dal solfeggio alla storia, fino alla grande letteratura italiana dove Dante e Pinocchio cantano le loro avventure in soli sei minuti. Una vera e propria evoluzione dello stile Oblivion che riesce a mescolare Lady Gaga con J.S. Bach e Tiziano Ferro con William Shakespeare.
Gli Oblivion si servono delle canzoni come di un alfabeto privato, per montare, intrecciare, deformare, riciclare in modo da costruire uno scintillante palinsesto canoro, al tempo stesso omaggio ai grandi e sberleffo ai meno grandi, in cui si raggiunge un miracoloso equilibrio tra citazione e creativita, tra umorismo e commozione. Dal bosco con i boy-scout alla rievocazione del Cafe-Chantant, il cronometro scorre veloce tra motivetti retro, sonorita tecno ed estetica Bollywoodiana.
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