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Verona Romana

Epoca: III secolo a.C. – III secolo d.C.

Verona Romana

Le relazioni fra Roma e Verona iniziano intorno al III secolo a.C., e fina da subito sono rapporti di amicizia e alleanza, tanto che nel I secolo a.C. gli abitanti di Verona combattono al fianco di Roma contro gli invasori Teutoni e Cimbri, da non confondere, come fecero gli storici rinascimentali, con gli “tzimber” del XII secolo che ripopolarono la Lessinia centro-orientale nell’alto medioevo.

La cittadinanza romana viene estesa alle colonie locali, e quindi anche a Verona, grazie alla Lex Pompeia nell’89 a.C.. Nel 41 o 42 a.C., in seguito alle campagne militari di Cesare che portano all’annessione della Gallia Cisalpina (l’attuale Pianura Padana) e poi di quella Transalpina (all’incirca la Francia odierna), Verona viene elevata al rango di “Municipiùm”.

Durante il periodo repubblicano Verona non viene coinvolta in modo diretto nel sanguinoso periodo delle guerre civili (49-31 a.C, e questo senza dubbio aiuta lo sviluppo e l’economia, che si specializza principalmente nella coltivazione di vite ed olivo, nell’allevamento di cavalli ed ovini e nella produzione di lana.

Questo è l’inizio di secoli di grande splendore, in cui Verona città romana viene ricostruita nell’ansa dell’Adige: il suo importante guado è sostituito da due ponti, Ponte Pietra, ricostruito con le pietre originali dopo la seconda guerra mondiale, e Ponte Postumio.

Con l’impero di Augusto Verona diventa un importante nodo strategico perché si trova all’incrocio di quattro strade romane importanti: la Gallica da Torino ad Aquileia, la Claudia Augusta da Modena alla Germania, la Postumia dalla Liguria all’Illiria ed il Vicum Veronensium, appunto da Verona ad Ostiglia. Inoltre la città viene utilizzata come base temporanea per le legioni, in particolare dopo la conquista della Rezia e della Vindelicia nel 15 a.C..

Con l’inizio della dinastia Flavia il lungo periodo di pace si interrompe, soprattutto a causa della guerra tra Vitellio e Vespasiano: quest’ultimo sceglie Verona come fortezza, perché attorniata da grandi spazi aperti in cui è possibile utilizzare la cavalleria. Verona diventa un luogo strategico per Vespasiano poiché da lì può bloccare le discesa in Italia di Vitellio.

Fortunatamente per la città, l’ammutinamento di una legione di Vitellio sposta la guerra lontano da Verona. E’ proprio con Vespasiano però che la città raggiunge l’apice della ricchezza e dello splendore: l’ultima grande opera, nel I secolo, è l’Arena, costruita per dare alla città, che aveva ormai superato i 25.000 abitanti, un grande edificio in cui gli abitanti potessero riunirsi e divertirsi.

Essendo un importante “Municipiùm” romano, e trovandosi al centro dei passaggi verso le frontiere, per un periodo Verona è spesso teatro delle lotte civili romane. 

L’imperatore Gallieno nel 265 allarga le mura della città fino ad includervi l’Arena, fortificandola in soli sette mesi dall’aprile al dicembre dello stesso anno, come è attestato dalla scritta sull’architrave di Porta dei Borsari, e con lui si aprì un periodo di tranquillità per la città.

Nell’ultima fase di dominazione romana Verona si avvia ad una lenta conversione al cristianesimo, portata a compimento grazie a quello che oggi è il patrono ed allora era il vescovo della città: San Zeno.

Il passaggio dalla Verona romana a quella barbarica non è brusco, anche perché la città nel tempo è stata governata spesso da barbari alleati in sostituzione di Roma; altre volte da barbari invasori, e infine anche per conto dell’Impero Romano d’Oriente, cioè dai Bizantini.

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