Arena di Verona
Verona / Centro Storico
L’Arena di Verona è assieme alla casa di Giulietta il monumento per cui la città è famosa in Italia e nel mondo.
Eccoti la guida con l’elenco di 15 cose da vedere a Verona, assolutamente gratis!
Un motivo ci sarà, se Verona si è meritata il titolo di patrimonio mondiale dell’UNESCO no?
Chi in passato l’ha governata e conquistata ha lasciato segni e costruzioni che oggi costituiscono lo splendido e straordinario patrimonio artistico – culturale della città.
Un patrimonio fatto appunto di tante ricchezze e di varie tipologie: dai monumenti ai manoscritti Verona terrebbe un visitatore appassionato per intere giornate nelle sue strade, nei suoi musei, nelle sue biblioteche e nei suoi sotterranei.
Per non parlare della leggenda di Romeo di Giulietta, del fiume Adige e delle sue anse..
Vedere tutto sarebbe un’esperienza indimenticabile, ma probabilmente anche onerosa. Certo, sistemi per risparmiare ce ne sono, come la Verona Card, ma se non vuoi spendere un solo euro, non ti preoccupare puoi divertirti e appagare la tua sete di conoscenza ugualmente.
Certo, vederla dentro fa un altro effetto, però una passeggiatina in Piazza Bra ammirando da fuori l’Arena è comunque un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita.
È la piazza più grande della città, come indica il nome che deriva probabilmente dalla parola tedesca breit (ampio, largo). In un solo colpo d’occhio potrete ammirare l’Arena, il Liston, Palazzi ornati e il Palazzo della Gran Guardia.
Il Liston è un grande marciapiede a lato della piazza, voluto nel Settecento, collega la via dei negozi con la fine della Piazza verso i cosiddetti Portoni della Bra, gli archi con l’orologio, ed è il classico passeggio per turisti e veronesi. Sul Liston si affacciano bei palazzi dai tipici colori veronesi come il giallo ocra e il rosso mattone; di varie epoche, dal Cinquecento all’Ottocento, ospitano appartamenti signorili ed uffici.
La mole del Palazzo della Gran Guardia, eseguito in due tempi tra Seicento ed Ottocento, che ricorda l’austerità degli edifici romani con arcate sorrette da pilastri a bugnato e addossato alle mura comunali merlate, delimita la piazza a sud. Un tempo edificio militare, come ben indica il nome, adesso è un centro congressi.
Chiude la piazza ad est il neoclassico Palazzo Barbieri, dal nome dell’architetto che lo costruì nell’Ottocento in un caldo color ocra, detto anche Gran Guardia Nuova, ora Municipio cittadino, fu l’antica sede dell’Imperial Regio Comando in epoca asburgica.
È una delle vie più caratteristiche di Verona, grazie al suo aspetto quasi immutato rispetto al passato di cui si può ancora respirarne l’atmosfera.
Il nome deriva dalla sua posizione: in fianco alla riva del fiume Adige. E una lunga via con molti vicoli che si estendono in direzione del fiume, chiamati Vò, da cui provenivano i carri per il trasporto delle materie macinate nei molini, che qui, un tempo, erano molto numerosi.
La strada confina a nord con la chiesa di Santa Anastasia e a sud con Via Ponte Nuovo e piazzetta Pescheria. In un lato della via si trova un basso e cupo porticato che ne dona un inestinguibile aspetto medioevale. Sotto il porticato si può notare anche un affresco della Madonna con in braccio il divin Bambino e una porta originale del Rinascimento. Alcune case che si affacciano sulla via risalgono al Duecento e Trecento. Una di queste appartenne alla famiglia dei “Montesilice” di cui una figlia, Esterina, diventò moglie di Pietro III degli Alighieri, discendente diretto del divino poeta Dante Alighieri.
In via delle Arche Scaligere, si trova la casa dei Montecchi, da tutti conosciuta come Casa di Romeo. I Montecchi, famiglia storica di Verona, nel 1320 furono banditi da Cangrande della Scala a seguito del loro coinvolgimento in una congiura anti-scaligera.
Più che di un palazzo nobiliare si tratta di un rustico castello merlato a testimonianza del clima bellico all’epoca degli scontri tra guelfi e ghibellini e della faida tra le famiglie Montecchi e Cappelletti. Ecco perché si trovano alte mura merlate e del massiccio torrione laterale.
La casa di Romeo è oggi un edificio privato visibile solo dall’esterno.
O Romeo Romeo perché sei tu Romeo…
Lungo Via Cappello, l’antico cardo maximus romano, si trova una casa-torre medievale, la Casa dei Dal Cappello, i mercanti di spezie che qui svilupparono le loro dimore.
Stiamo parlando della famosissima Casa di Giulietta, e in particolare del suo cortile, al quale si accede attraverso un androne adornato di bigliettini d’amore, firme e frasi di innamorati che qui si trovano a passare. Nel cortile, in alto a sinistra, un balcone fa bella mostra di sé e in basso una statua in bronzo, racconta la leggenda che ha reso famosa la città in tutto il mondo…
Visto che ci sei, prosegui lungo l’antico cardo maximus romano, (Via Cappello) fino alla fine e dopo aver passato la Biblioteca Civica di Verona, ti troverai di fronte a dei reperti sotterranei romani e a Porta Leoni.
Porta Leoni è una porta popolarmente detta dei Leoni per la presenza nelle vicinanze di un sarcofago romano in pietra con due leoni (ora posto dietro al monumento di Umberto I, nei pressi del vicino ponte Navi). Costruita in età romana repubblicana fu successivamente ristrutturata e arricchita di una porta marmorea bianca della Valpantena in età imperiale. Ancora oggi si trova in perfetto stato di conservazione.
Poco distante, sulla destra, sotto il livello stradale sono visibili la base di una delle due torri difensive laterali, mura e frammenti della pavimentazione interna di età romana.
Il ponte scaligero, portato a termine nell’arco di tre anni,
fra il 1354-56, altra funzione non aveva se non quella di assicurare una via di fuga dal Castello verso la
campagna e la Germania, dove regnava il genero di Cangrande II, Ludovico il
Bavaro.
La sua robustezza consentì al ponte di attraversare indenne cinque secoli di
storia e le più dure piene dell’Adige. Il 24 Aprile del 1945 anche questo ponte
saltò, come tutti gli altri ponti della città, a causa delle mine tedesche e
solo nel 1951 ritrovò la sua attuale bellezza.
Attraversandolo potrai potrete notare
scorci di Verona davvero unici e indimenticabili (soprattutto attraverso le
fessure che trovi ai lati) e respirare un’atmosfera particolare, grazie all’imponenza
di questa costruzione.
Poi, se volete, dal lato nord, ti consigliamo di scendere sulle rive dell’Adige sotto il ponte, per ammirare ancor meglio la maestosità di tutto il complesso di Castelvecchio, e perché no, rilassarti un po’ al sole.
L’Arco dei Gavi è un arco romano, risalente alla metà del I secolo, che si trova a pochi passi da Castelvecchio, luogo in cui sorge oggi ma che non corrisponde alla sua sede originaria.
L’Arco infatti sorgeva di fronte (la sede è individuabile grazie ad un rettangolo di marmo visibile sulla carreggiata della strada di fronte al Castello) in un luogo scenografico: l’Arco dei Gavi era il primo monumento che il visitatore avrebbe visto arrivando a Verona nel I secolo dopo Cristo lungo la via Postumia, l’importante via di comunicazione che collegava Aquileia con Genova, motivo stesso della nascita di Verona. Giungendo dalla città infatti delimitava il principale asse stradale della città, mentre giungendo dalla campagna aveva come sfondo le mura della città e la scenografia del monumentale colle San Pietro, su cui sorgevano il teatro romano cittadino e un tempio pagano.
Venne poi distrutto dai napoleonici nell’agosto 1805 per ragioni di viabilità e i blocchi che lo formavano finirono depositati sotto gli arcovoli dell’Arena.
Nel 1932 furono quindi ricomposti nella piazzetta di fronte, dove lo troviamo oggi.
Cuore della città romana e punto di riferimento economico, politico e religioso era il Foro, che corrispondeva all’attuale Piazza delle Erbe. Era sede di grandi edifici politici, affaristici, giuridici, religiosi e commerciali.
Oggi di tutti gli edifici prospicienti la grande piazza, nulla è rimasto di visibile, solo la fontana al centro della piazza, è composta di “reliquie” della Verona romana. Essa è formata da un grande catino di marmo proveniente dal grande edificio termale che doveva sorgere nelle adiacenze del Duomo e da una statua che la orna, detta ora di “Madonna Verona”, già fatta trasferire dal Campidoglio nel Foro nel tardo Impero.
Il “Campidoglio” dedicato alla triade capitolina, Giove-Giunone-Minerva, si ergeva maestoso alla testa della piazza dove ora si trova Palazzo Maffei.
Sul lato est, dove oggi stanno i porticati sotto cui si aprono bar e negozi, si trovavano i negozi della Verona romana, grandi botteghe di lusso ma anche modeste officine di sarti e lanaioli, di tessitori, verdurai e macellai, tutti con la loro targa pubblicitaria sotto forma di epigrafi incastrate nel muro, riproducenti i simboli della loro attività: specchi e forbici se barbieri, galline ed oche appese a testa in giù se erano pollaioli, e così via.
Molti affreschi rimangono sulle facciate, a testimonianza della veridicità che Verona era detta “Urbs Picta” città dipinta.
Soprannominata il “salotto di Verona” per la sua bellezza, i suoi scorci e gli splendidi palazzi Piazza dei Signori è una delle più belle piazze del capoluogo scaligero.
Durante i secoli del Medioevo è diventata a poco a poco il luogo di rappresentanza del potere civile, in netto contrasto con la vicina Piazza delle Erbe, che assumeva nel frattempo una funzione prevalentemente commerciale.
Nel cortile interno, detto del Mercato Vecchio, c’era il mercato di farine e granaglie. Il palazzo del Comune, poi della Ragione, è il più antico edificio della piazza.
Tra XIII e XIV secolo vennero eretti i palazzi scaligeri, che diedero poi la forma e il nome alla piazza stessa. Furono le prime dimore dei signori di Verona.
Lungo il lato breve si trova quello che secondo la tradizione fu la reggia di Cangrande I della Scala, poi sede del Palazzo del Governo e del Podestà, mentre oggi ospita la sede della Prefettura e gli uffici di rappresentanza della Provincia. Sul lato sinistro si affaccia il Palazzo del Consiglio, con la splendida Loggia rinascimentale.
Al centro si trova il monumento a Dante Alighieri, motivo per cui la piazza è detta dai veronesi anche “Piazza Dante”. La statua, collocata in quel punto nel 1865, ricorda il desiderio di unità e indipendenza della popolazione di allora e la presenza di Dante a Verona, ospite dei signori della città, durante il suo esilio.
La piazza accoglie una parte dei caratteristici mercatini durante il periodo natalizio, in un’atmosfera magica fatta di cioccolato, dolci, bevande calde e decorazioni natalizie di ogni genere, il tutto sotto lo sguardo pensieroso del Sommo Poeta. Si ha veramente l’impressione di entrare in un mondo magico, quasi da villaggio nordico, isolato dal resto della città. Da non perdere.
Ponte Pietra non ha certo bisogno di presentazioni. Cinque arcate, 95 metri di lunghezza per 4 di larghezza, spettacolo unico sia di giorno che di notte.
È tra i monumenti di Verona da visitare assolutamente: attraversarlo vuol dire godersi uno scorcio di Verona, con il Teatro Romano e Castel San Pietro, diverso da quello consueto.
Viene costruito già agli inizi del I secolo a.C., probabilmente su un precedente passaggio già usato prima dei Romani. Questo proverebbe il fatto che il suo orientamento non è in asse con il reticolo urbano romano. Il ponte ha conosciuto da sempre varie vicende, distruzioni e relative ricostruzioni. Alberto I della Scala, intorno al XIII secolo, ripristinò l’arcata sulla sponda destra dell’Adige e aggiunse la casa-torre adiacente. L’attuale costruzione è frutto di una risistemazione realizzata tra gli anni 1957 e 1959, assemblando i blocchi di pietra recuperati dal fondo del fiume. Nel 1945 infatti la struttura era stata minata dai tedeschi in ritirata.
Uno, o forse, il più bel panorama di Verona è sicuramente ammirabile da Castel San Pietro.
Ma Castel San Pietro, è anche un’antica costruzione militare austriaca iniziata nel 1851 in periodo di occupazione della città di Verona.
La posizione stessa ci dice che lo scopo della Caserma era quello di controllare la città.
Prima ancora che fosse costruita la città, facoltose famiglie romane costruirono sulle pendici del colle splendide ville, che il successivo sbancamento per la costruzione del teatro distrusse totalmente. Il nome che ancor oggi identifica il colle “di San Pietro” deriva dalla chiesetta di origine paleocristiana dedicata al Principe degli Apostoli costruita proprio dove ora sta la caserma. Fu Gian Galeazzo Visconti, durante l’occupazione di Verona, a erigere il Castello nel 1398, che inglobò la chiesetta di San Pietro e che resistette fino al 1801 quando le truppe napoleoniche fecero saltare castello e chiesa.
Consiglio: da Ponte Pietra alla cima ci sono una miriade di scalini per raggiungere Castel San Pietro. Fateli tutti, uno perché fa bene al fisico, e due perché regalano scorci su Verona dall’alto indimenticabili.
In pieno centro, a ridosso delle vie dello shopping oltre che punto di ritrovo serale, la Porta dei Borsari venne eretta dai Romani con il nome di Porta Iovia (di Giove) dato che nei pressi sorgeva un tempio dedicato a Giove Lustrale, posto fuori le mura della città.
Era uno dei principali ingressi alla città, per mezzo del quale si entrava nel Decumano massimo, il cui tracciato si può ritrovare nell’odierno Corso Porta Borsari.
Costruita intorno al I secolo a.C., si apriva lungo le mura e aveva una funzione principalmente militare. Nel Medioevo la città si era ampliata e le mura romane erano andate distrutte, ma la porta continuò ad avere una funzione di controllo, non più militare ma fiscale.
Si dice che all’ingresso sostassero i “Bursarii”, controllori o gabellieri che facevano pagare una tassa, un pedaggio a quei mercanti che entravano in città e andavano a vendere le proprie merci al mercato di Piazza delle Erbe.
Porta Palio è una delle porte che il celebre architetto Michele Sanmicheli disegnò per la città di Verona. Si trova all’ingresso del lungo viale che lo stesso Sanmicheli, urbanista ante litteram oltre che architetto, progetta per l’espansione della città verso la pianura, e che corrisponde all’antica Via Postumia, importante strada romana che collegava il nord-est con il nord ovest della penisola italica. L’asse di Corso Porta Palio era parallelo all’altro asse viale-porta costituita da Corso Porta Nuova, sempre del Sanmicheli. Il nome della porta deriva dal palio, la corsa istituita nel 1208 per celebrare la vittoria su Azzo IV d’Este, capo della fazione guelfa avversa alla ghibellina Verona. La corsa del palio, che lo stesso Dante cita nella Divina Commedia, partiva proprio dal luogo dove oggi sorge la porta monumentale e lungo il corso dell’antica Via Postumia attraversava tutta la città fino alla Chiesa di Sant’Anastasia dove si concludeva. Il premio per il vincitore era un drappo verde di 12 metri.
Prima un po’ di storia.
Nel 1320-25 Cangrande della Scala fece costruire la grande cinta (una muraglia merlata con torri e fossato) a difesa dei borghi più esterni e della collina. Nel 1517-70, Venezia, rinnova le difese di Verona con terrapieni, rondelle e bastioni. Capitano generale è Francesco Maria della Rovere; il principale architetto è Michele Sanmicheli, che realizza i bastioni di S. Francesco, Santa Toscana, Riformati, S. Bernardino, S. Zeno e Spagna, e le magnifiche porte.
Dopo le guerre napoleoniche e l’occupazione francese della città, che costò la distruzione dei bastioni di destra Adige, di Castel San Pietro e Castel San Felice, Radetzky ordina che le mura di Verona siano ricostruite e adattate ai nuovi principi della difesa attiva. I lavori, iniziati nel 1833 secondo i piani del grande architetto tedesco Franz von Scholl, durano fino al 1845.
Oggi quindi, il Parco delle Mura e dei Forti è un sito di particolare valore storico e ambientale che cinge per nove chilometri, pressoché ininterrottamente, con mura e fortificazioni la città di Verona.
All’interno del parco troviamo percorsi naturalistici e storici che vanno dall’epoca Scaligera, alla Veneziana fino all’Asburgica.
In un pomeriggio, magari non estivo, tutto il percorso di 9 chilometri del Parco delle Mura potrebbe veramente rivelarsi un’esperienza unica: una passeggiata tra arte e natura in grado di regalare scorci di Verona piuttosto insoliti e indimenticabili (soprattutto nella zona di Ponte Pietra).
Di entrate ce ne sono tantissime, consigliamo quella dell’area di Circonvallazione Oriani, essendoci a Porta Palio, un comodo parcheggio gratuito.
Da Castelvecchio a San Zeno, percorrendo il lungadige delle Regaste potresti davvero cogliere scorci indimenticabili di Verona. Per oltre un chilometro il lungadige, sopraelevato rispetto alla strada e al fiume, ti accompagnerà in Piazza San Zeno all’ombra degli alberi e al suono dell’acqua dell’Adige.
Dopo aver percorso tutte le Rigaste eccoti in Piazza San Zeno, uno dei cuori storici di Verona, il luogo dove sorge la chiesa del santo patrono Zeno.
La Chiesa di San Zeno sorge sul luogo dove il corpo del vescovo di Verona venne probabilmente sepolto dopo la sua morte.
Il quartiere di San Zeno, rimasto fuori dalle mura cittadine fino al ‘300, era tradizionalmente un quartiere popolare, i cui abitanti vivevano attorno all’elemosina e alle attività della basilica.
Secondo la tradizione fu proprio ai poveri abitanti di San Zeno che Tommaso Da Vico nel 1531 donò nel proprio testamento un lascito per poter far festa, almeno una volta all’anno, con gnocchi, cacio e vino.
È questa la leggendaria origine del carnevale veronese che ancora oggi si svolge con la sfilata dei carri allegorici guidati dal “Papà del Gnoco”, un vecchio “re” con barba e cappello che come scettro tiene un’immensa forchetta sormontata da uno gnocco gigante.
Il corteo che sfila per le strade cittadine termina proprio in piazza San Zeno dove vengono distribuiti gnocchi a tutti i presenti.
Quindi se capitate a Verona nel periodo del Carnevale non dovete perdervela!
Mica male dai!
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2 commenti
Città stupenda le foto non rendono la reale bellezza
Veramente buono come iniziale approccio ad una delle più interessanti città italiane!